Donne discepole

Da Wiki Maria Valtorta.
Le donne discepole ascoltano Gesù - immagine generata con OpenAI e colorizzata manualmente
Santa Veronica
Via Crucis, Sesta Stazione: Santa Veronica asciuga il volto di Gesù

Le donne discepole sono conosciute anche con il termine di “pie donne”, erano un gruppo di donne che seguivano Gesù durante la sua predicazione itinerante nei vari luoghi e villaggi della Palestina. Lo assistevano sia con le loro risorse, sia svolgendo umili compiti a servizio di Gesù e degli apostoli come preparare i cibi, lavare e rammendare le vesti. Erano presenti nei momenti cruciali della sua vita, come la crocifissione e la sepoltura, quando molti dei discepoli erano fuggiti. La loro presenza testimonia una partecipazione attiva e fedele alla vita e alla missione di Gesù in quanto erano mosse da una profonda devozione e da un sincero desiderio di servizio. Nella tradizione cristiana, queste donne rappresentano un esempio di amore, fedeltà e coraggio nella sequela di Cristo.

Cosa dice il Vangelo su di loro?

  • Durante i viaggi apostolici:
Luca (Lc 8,1-3)
In seguito egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.

Il Vangelo di San Luca attesta che le “pie donne” accompagnavano Gesù durante i suoi viaggi apostolici, svolgendo diversi compiti a servizio del Signore e degli apostoli.

  • Lungo la dolorosa via della Passione:
Luca (Lc 23,27-28)
Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: "Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli.

Tra queste “pie donne” presenti lungo la Via Crucis, la tradizione scorge la figura di Santa Veronica che asciuga il volto di Gesù.

  • Durante la crocifissione di Gesù:
Matteo (Mt 27,55-56) Marco (Mc 15,40-41) Luca (Lc 23,49) Giovanni (Gv 19,25)
Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra queste c'erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo. Vi erano anche alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme. Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo. Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.

I Vangeli attestano che sul Calvario c'erano numerosi discepoli e molte donne discepole.

In particolare vengono indicate le “tre Marie” che si trovavano ai piedi della Croce. Tradizionalmente sono identificate con: Maria di Nazaret (la madre di Gesù), Maria Maddalena (Maria di Magdala) e Maria di Alfeo (Maria Cleofa)

  • Presso il Sepolcro:
Matteo (Mt 27,61; 28,1) Marco (Mc 15,47; 16,1) Luca (Lc 23,55-56; 24,1) Giovanni (Gv 20,1)
Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria. Dopo il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare la tomba. Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto. Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono il sepolcro e come era stato posto il corpo di Gesù. poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo come era prescritto. Il primo giorno della settimana, al mattino presto esse si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.

I diversi racconti dei quattro evangelisti riflettono bene la confusione che regnava e il trambusto delle prime ore, ma sono tutti concordi nel riportare che le “pie donne” ebbero un ruolo nella sepoltura del corpo del Signore presso la tomba.

  • Nell'annuncio della Resurrezione:
Matteo (Mt 28,5-9) Marco (Mc 16,5-11) Luca (Lc 24,1-11) Giovanni (Gv 20,11-18)
L'angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l'ho detto». Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: "Salute a voi!". Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”». Esse uscirono e fuggirono via dal sepolcro, perché erano piene di spavento e di stupore. E non dissero niente a nessuno, perché erano impaurite. Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero. Il primo giorno della settimana, al mattino presto esse si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”». Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. Maria invece stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

I Vangeli attestano che il primo annuncio della Resurrezione di Gesù, fondamento della fede cristiana, viene affidato proprio alle “pie donne”. Sono loro che portano agli apostoli la notizia che il Signore è risorto dai morti e sono anche le prime a cui Cristo Risorto appare per confortare il loro dolore. Da osservare che, nell'ambiente ebraico dell'epoca, la testimonianza di una donna aveva scarso valore e non era neppure ammessa nei tribunali.

Cosa dice l'Opera di Maria Valtorta su di loro?

Cartina della Palestina: Nazaret

Il gruppo delle donne discepole viene costituito all’inizio del Secondo anno della Vita pubblica[1] quando Gesù ritorna a Nazaret a trovare la Madre, dopo il primo anno di evangelizzazione che ha provocato le ostilità e l'odio dei farisei e degli scribi. La Beata Vergine Maria chiede a Gesù di poter essere al suo seguito per proteggerlo e aiutarlo. Maria è la prima delle donne discepole:

Gesù si siede su un panchettino ai piedi di sua Madre e racconta tutto di quei mesi di Giudea. Senza rancore ma senza veli. Maria lo accarezza sui capelli, con un eroico sorriso sulle labbra che combatte con il luccichio di pianto che è nell’occhio azzurro. Gesù dice anche le necessità di avvicinare donne per redimerle e la sua pena per non poterlo fare per la malignità umana.

Maria assente e poi decide: «Figlio, non mi devi negare quanto io voglio. D’ora in poi verrò io con Te quando Tu ti allontani. In qualunque tempo e stagione e in qualunque luogo. Io ti difenderò dalla calunnia. La sola mia presenza farà cadere il fango. E Maria verrà con me. Lo desidera tanto. Questo ci vuole presso il Santo e contro il demonio e il mondo: il cuore delle mamme». (EMV 150.2)

Poi Gesù si reca a Cana, dallo sposo di Susanna, per chiedere che anche lei diventi una delle donne discepole. Susanna è molto malata, ma il consenso dello sposo dato a Gesù rende possibile il miracolo della sua guarigione istantanea. Anche Susanna si aggiunge al nucleo iniziale delle donne discepole:

«Udite tutti: il tempo si avvicina del mio Sacrificio. Come un’acqua esso scorre veloce e senza sosta alla foce. Io devo compiere tutto ciò che devo. E la durezza umana mi preclude tanto campo di missione. Mia Madre e Maria d’Alfeo verranno con Me quando mi allontanerò per andare fra popolazioni che non mi amano ancora o non mi ameranno mai. La mia sapienza sa che le donne potranno aiutare il Maestro in questo campo precluso. Io sono venuto a redimere anche la donna e nel secolo futuro, nel mio tempo, si vedranno le donne simili a sacerdotesse servire il Signore e i servi di Dio. Io ho scelto i miei discepoli. Ma per eleggere le donne, che libere non sono, devo chiederlo ai padri e ai mariti». (EMV 151.3)

Gesù prosegue e si reca a Betsaida, nella casa dei due discepoli Giacomo e Giovanni di Zebedeo. La loro madre, Maria Salome, chiede a Gesù di poter diventare anche lei una sua discepola:

Ma Salome vuole dare e avere qualche cosa di più di quanto è uva e carezze. E dopo essere stata un poco soprappensiero guardando Gesù, guardando Zebedeo, decide. Va dal Maestro, che è seduto con le spalle appoggiate alla tavola, e gli si inginocchia davanti.

«Che vuoi, donna?».

«Maestro, Tu hai deciso che tua Madre e la madre di Giacomo e Giuda vengano con Te e anche Susanna ci viene, e ci verrà certo anche la grande Giovanna di Cusa. Tutte le donne che ti venerano verranno, se ne viene una sola. Vorrei esserci anche io. Prendimi, Gesù. Ti servirò con amore».

[…]

«Ma sai, Maria, che dovrai lasciare la tua casa? Tu ci tieni tanto! I tuoi colombi… i tuoi fiori… e questa vite che dà quella dolce uva di cui sei orgogliosa tanto… e i tuoi alveari, i più celebri del paese… e non più quel telaio su cui hai fatto tanta tela e tanta lana per i tuoi diletti… E i figli delle tue figlie? Come farai senza i tuoi piccoli nipoti?».

«Oh! ma mio Signore! Cosa vuoi che siano le mura, i colombi, i fiori, la vite, gli alveari, il telaio, tutte cose buone, care, ma così piccine rispetto a Te e all’amare Te?! I nipotini… eh! sì! sarà una pena non poterli più addormentare nel grembo e sentirsi chiamare da essi… Ma Tu sei di più! Oh! se sei di più di tutte le cose che mi nomini! E se anche fossero, prese tutte insieme e per la mia debolezza, care quanto e più del servirti e seguirti, io, con pianto, le getterei da parte, con pianto di donna, per seguirti col riso dell’anima mia. Prendimi, Maestro. Diteglielo voi, Giovanni, Giacomo… e tu, sposo mio. Siate buoni. Aiutatemi tutti».

«E va bene. Verrai tu pure con le altre. Ho voluto farti meditare bene sul passato e sul presente, quello che lasci, quello che prendi. Ma vieni, Salome. Sei matura per entrare nella mia famiglia». (EMV 152.2-3)

Gesù spiega ai suoi discepoli che anche le donne che non lo seguiranno fisicamente nella missione di evangelizzare, potranno rendersi molto utili pur rimanendo nelle loro case. Potranno accogliere tante creature bisognose, rendere le loro case un luogo di ritrovo e di ricovero per i discepoli, dal quale partire e tornare. E preannuncia i tempi nuovi della Chiesa di Cristo, dove anche le donne saranno a servizio di Dio:

«Le creature che tendono al Dio vero sono in ogni luogo. La primavera già si annuncia in questo candore rosato di mandorli fioriti. I giorni del gelo sono finiti. Fra pochi giorni Io avrò stabilito i luoghi di tappa e di ricovero per le discepole e riprenderemo allora l’andare, spargendo la parola di Dio senza preoccupazione per le sorelle, senza paura della calunnia, e la loro pazienza vi sarà di lezione e la loro dolcezza pure. Anche per la donna sta giungendo l’ora che suonerà riabilitazione. Di vergini, di spose, di madri sante sarà una grande fiorita nella mia Chiesa». (EMV 153.3)

Tornato a Nazaret Gesù riunisce nella sua casa i dodici apostoli e le donne discepole, per illustrare la missione che li attende. Dopo aver spiegato il significato della parola discepolo, spiega quello che sarà il nuovo ruolo delle donne nella nascente Chiesa, non più limitato e chiuso come nella religione d’Israele, ma aperto ai nuovi tempi:

«Nella religione universale di Cristo e nel tempo del perdono tutto questo cambia. Tutta la Grazia si è adunata in una Donna ed Essa l’ha partorita al mondo perché fosse redento. La donna perciò non è più lo sdegno di Dio, ma l’aiuto di Dio. E per la Donna, diletta del Signore, tutte le donne possono divenire discepole del Signore non solo come la massa ma come sacerdotesse minori, coadiutrici dei sacerdoti, ai quali possono dare tanto aiuto presso gli stessi e presso i fedeli e i non fedeli, presso coloro che non li porterà a Dio tanto il ruggito della parola santa quanto il sorriso santo di una discepola mia. Voi mi avete chiesto di venire, come vengono gli uomini, dietro a Me. Ma venire solo, ascoltare solo, applicare solo, è troppo poco per Me, riguardo a voi. Sarebbe la vostra santificazione. Grande cosa. Ma non mi basta ancora. Io sono Figlio dell’Assoluto e dai miei prediletti voglio l’assoluto. Tutto voglio perché tutto ho dato». (EMV 157.2-3)

Poi Gesù mette in guardia le donne discepole dallo spirito del mondo, che distorce ogni cosa al male e spiega:

«Se voi domandaste al mondo perché Io sono venuto, non vi direbbe: “Per beneficare e redimere”. Ma vi direbbe: “Per corrompere e usurpare”. Se voi domandaste al mondo che pensa di voi che mi seguite, esso non direbbe: “Voi lo seguite per santificarvi e dare conforto al Maestro con santità e purezza”. Ma direbbe: “Voi lo seguite perché sedotte dall’uomo”.

Così è il mondo. E Io vi dico anche questo perché tutto misuriate prima di mostrarvi al mondo come discepole elette, le capostipiti delle discepole future, cooperatrici dei servi del Signore. Prendete bene il vostro cuore in mano e ditegli, a questo vostro cuore sensibile di donne, che voi, ed esso con voi, sarete derise, calunniate, sputacchiate, calpestate dal mondo, dal disprezzo, dalla menzogna, dalla crudeltà del mondo. Chiedetegli se si sente capace di ricevere tutte le ferite senza urlare di sdegno, maledicendo coloro che lo feriscono. Chiedetegli se si sente capace di affrontare il martirio morale della calunnia senza giungere ad odiare i calunniatori e la Causa per cui sarà calunniato. Chiedetegli se, abbeverato e ricoperto del livore del mondo, saprà sempre emanare amore, se avvelenato di assenzio saprà spremere miele, se soffrendo ogni tortura di incomprensione, di scherno, di maldicenza, saprà continuare a sorridere segnando con la mano il Cielo, la sua meta, alla quale – per carità muliebre, materna anche nelle fanciulle, materna anche se data a longevi che potrebbero essere avi vostri, ma che sono pueri spirituali appena generati e incapaci di comprendere e guidarsi nella via, nella vita, nella verità, nella sapienza che Io sono venuto a dare dando Me stesso: Via, Vita, Verità, Sapienza divina – alla quale meta volete portare gli altri. Io vi amerò lo stesso anche se mi dite: “Non ne ho la forza, Signore, di sfidare tutto il mondo per Te”». (EMV 157.3)

Infine Gesù spiega nel dettaglio i compiti che le donne discepole avranno nella sua Chiesa nascente, le loro qualità e il loro ruolo futuro. Ricorda come potranno formarsi sotto la guida perfetta della Beata Vergine Maria. Anche quando il Signore non sarà più con loro, la Madre continuerà a guidare le donne discepole:

«Ma se volete, se avete il coraggio di rimanere le discepole elette, ecco che Io vi segnalo il lavoro che dovete fare per giustificare la vostra presenza ed elezione presso Me e presso i santi del Signore.

Voi potete tanto fare presso i vostri simili e verso i ministri del Signore. L’ho accennato a Maria d’Alfeo or sono molti mesi. Quanta necessità della donna presso l’altare di Cristo! Le infinite miserie del mondo possono essere curate da una donna molto più e meglio che dall’uomo, e all’uomo essere poi portate per essere completamente guarite. Vi si apriranno molti cuori, e specie femminili, a voi, donne discepole. Li dovete accogliere come fossero cari figli sviati che tornano alla casa paterna e che non osano affrontare il genitore. Voi sarete quelle che riconfortate il colpevole e ammansite il giudicante. Verranno a voi molti cercando Dio. Voi li accoglierete come pellegrini stanchi dicendo: “Qui è la casa del Signore. Egli subito verrà”, e intanto li circonderete del vostro amore. Se non Io, un mio sacerdote verrà.

La donna sa amare. È fatta per l’amore. Essa ha avvilito l’amore facendone fame del senso, ma in fondo alla sua carne è sempre prigioniero il vero amore, la gemma dell’anima sua: l’amore spoglio del fango acre del senso e fatto di ali e profumi angelici, fatto di fiamma pura e di ricordi di Dio, della sua provenienza da Dio, e della sua creazione fatta da Dio. La donna – il capolavoro della bontà presso il capolavoro della creazione che è l’uomo: “Ed ora si dia ad Adamo la compagna perché egli non si senta solo” – non deve abbandonare gli Adami. Prendete dunque questa facoltà di amare e usatela nell’amore del Cristo e per il Cristo presso il prossimo.

Siate tutta carità presso i colpevoli pentiti. Dite loro di non avere paura di Dio. Come non sapreste fare questo, voi che madri o sorelle siete? Quante volte i vostri piccoli, i vostri fratellini non furono malati e bisognosi del medico! Ed avevano paura. Ma voi, con carezze e parole d’amore, avete levato questa paura e loro, con la loro manina nella vostra, si sono lasciati curare senza avere più il terrore di prima. I colpevoli sono i vostri fratelli e figli ammalati e temono la mano del medico, la sua sentenza… No. Non così. Ditelo, voi che sapete quanto è buono Iddio, che Dio è buono e non bisogna temerlo. Anche se sarà sicuro, reciso nel dire: “Non farai mai più questo”, non caccerà colui che ha già fatto e che si è ammalato. Ma lo curerà, per guarirlo.

Siate madri e sorelle presso i santi. Anche essi hanno bisogno di amore. Si stancheranno e si consumeranno nella evangelizzazione. A tutto quanto è da fare non potranno arrivare. Aiutateli voi, discrete e solerti. La donna sa lavorare. Nella casa, presso i deschi ed i giacigli, presso i telai e tutto quanto è necessario al vivere giornaliero. Il futuro della Chiesa sarà un continuo venire di pellegrini ai luoghi di Dio. Siatene voi le pie albergatrici, che vi assumete tutte le cose di più umile lavoro per lasciare liberi i ministri di Dio di continuare il Maestro.

E poi verranno i tempi difficili, sanguinosi, feroci. I cristiani, anche i santi, avranno ore di terrore, di debolezza. L’uomo non è mai molto forte nel soffrire. La donna invece ha sull’uomo questa vera regalità del saper soffrire. Insegnatela all’uomo, sorreggendolo in queste ore di paura, di sconforto, di lacrime, di stanchezza, di sangue. Nella storia nostra abbiamo esempi di magnifiche donne che seppero compiere atti di audacia liberatrice. Abbiamo Giuditta, Giaele. Ma credete che non una è maggiore, per ora, alla madre martire otto volte, sette nei figli e una per sé, al tempo dei Maccabei. Poi ve ne sarà un’altra… Ma dopo che Lei sarà stata, spesseggeranno le donne eroine del dolore e nel dolore, le donne conforto dei martiri e martiri esse pure, le donne angeli dei perseguitati, le donne, mute sacerdotesse che predicheranno Dio col loro modo di vivere e che, senza altra consacrazione che quella avuta dal Dio Amore, saranno, oh! saranno consacrate e degne d’esserlo». (EMV 157.5)

Successivamente il discepolo Giovanni di Endor traccia i ritratti di alcune donne discepole:

Ma anche le altre donne, le discepole buone, amorose, pazienti sotto i loro pesi di pianto, come Maria Cleofe ed Elisa; generose come Maria di Magdala, così assoluta nella sua mutazione di vita; soavi e pure come Marta e Giovanna; dignitose, intelligenti, tutto pensiero e tutta rettezza come Sintica, mi hanno riconciliato con la donna. (EMV 312.5)

Gesù precisa il legame tra queste donne discepole e il gruppo apostolico, che esse accompagnavano di volta in volta in vari viaggi. Il numero di queste donne varia durante la vita pubblica di Gesù, alcune lo seguono soprattutto all'inizio della sua predicazione, altre lo accompagnano durante i periodi di persecuzione fino ai piedi della Croce: la Vergine Maria, Elisa di Betsur; Giovanna moglie di Cuza; Maria moglie di Alfeo e zia di Gesù; Maria Maddalena (Maria di Betania); Marta di Betania, sua sorella; Maria Salome madre degli apostoli Giovanni e Giacomo; Susanna la sposa delle nozze di Cana.

Mentre alcune di queste donne erano ricche e provvedevano alle necessità finanziarie del gruppo apostolico (come Maria Maddalena, Marta di Betania, Giovanna di Cuza), altre erano responsabili della gestione della casa (occupandosi, ad esempio, della cura dei vestiti): si tratta delle madri degli apostoli (Maria di Cleofa, Maria Salome, oltre alla Vergine Maria) e delle mogli degli apostoli sposati (Porfirea moglie di Simon Pietro, Maria moglie di Filippo e Anna moglie di Natanaele/Bartolomeo). Poi c'erano le donne discepole che fornivano protezione, assistenza e rifugio: Valeria, Lidia e Niche (la Veronica).

Le donne discepole più importanti

La formazione di questo gruppo avviene nel tempo dei tre anni di vita pubblica del Signore e la sua composizione varia. Di seguito elenchiamo le donne discepole più importanti, sia perché sono tra le prime a seguire Gesù, sia perché restano con Lui fino alla fine.

Tredici di queste donne accompagneranno Gesù fino a Gerusalemme e assistono alla sua dolorosa Passione: la Vergine Maria, Elisa di Betsur, Giovanna di Cusa, Lidia, Marcella, Maria di Alfeo, Maria Maddalena, Marta, Maria Salome, Niche (Veronica), Sara, Susanna, Valeria. A queste si aggiunge Anna di Meron, incontrata lungo la via dolorosa.

Annalia morirà, secondo la promessa di Gesù, la Domenica delle Palme. Anastasica si allontana a causa della condotta di un Giuda di Keriot. Sintica è costretta all’esilio.

Le donne discepole madri o sorelle di apostoli

  • Anna, la moglie dell'apostolo Natanaele, detto Bartolomeo
  • Maria di Alfeo (Maria Cleofa), la zia di Gesù e "sorella" (cognata) della Vergine Maria
  • Maria Salome, la moglie di Zebedeo e madre degli apostoli Giacomo e Giovanni (evangelista)
  • Maria, la moglie di Filippo
  • Porfirea, la moglie (senza figli) dell'apostolo Pietro
  • La sorella gemella dell'apostolo Tommaso detto Didimo, il suo nome non è noto

Le mogli degli apostoli non seguono Gesù a Gerusalemme per la sua Passione. Forse per proteggerle dalla violenza degli eventi o dalla vergogna dei loro mariti fuggitivi? Non si sa. Invece Maria di Alfeo e Maria Salome, le madri degli apostoli, sono presenti accanto alla Vergine Maria.

Dove le incontriamo nell’Opera?

Volume 2: EMV 150 EMV 151 EMV 152 EMV 153 EMV 157

Volume 3: EMV 312

Note

  1. nel primo periodo di 4 mesi