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Maria Valtorta
Maria Valtorta all'età di 46 anni Maria Valtorta nel 1943, colorizzata
Biografia
Nascita 14 marzo 1897

Caserta, Campania, Italia

Morte 12 ottobre 1961 (a 64 anni)

Viareggio, Toscana, Italia

Luogo di sepoltura Basilica della Santissima Annunziata, Firenze
Nazionalità Italiana
Padre Giuseppe Valtorta
Madre Iside Fioravanzi
Attività Mistica, scrittrice
I suoi scritti
Opera principale L'Evangelo come mi è stato rivelato
Altre opere Quaderni del 1943, Quaderni del 1944, Quaderni dal 1945 al 1950, Lezioni sull’epistola di Paolo ai romani, Libro di Azaria, I quaderni, Autobiografia

Maria Valtorta, nata a Caserta il 14 marzo 1897 e morta il 12 ottobre 1961 a Viareggio, è stata una mistica cattolica italiana. Ricevette per mezzo di 'dettati' e 'visioni' la vita di Gesù pubblicata oggi sotto il titolo L’Evangelo come mi è stato rivelato, nonché insegnamenti di Gesù, di Maria, dello Spirito Santo, del suo angelo custode e di santi, trasmessi per dettato e pubblicati separatamente.

Nel corso di 2000 anni, diversi mistici cattolici hanno avuto visioni parziali dei Vangeli. Ma solo tre persone, tre donne, hanno avuto la visione completa: Maria d'Agreda nel XVII secolo, Anna Katharina Emmerick nel XIX secolo e Maria Valtorta nel XX secolo.

Maria Valtorta (1897-1961) fu l'unica delle tre a trascrivere di propria mano e in tempo reale le centinaia di 'visioni' sulla vita di Gesù che ricevette. Dal suo letto, dove era immobilizzata, scrisse circa 13.000 pagine manoscritte in tre anni e mezzo, arrivando a scrivere a volte fino a 18 ore di fila, lasciandoci così la più voluminosa biografia di Gesù della storia.

Sebbene Papa Pio XII, dopo averli letti, avesse dato la sua approvazione alla pubblicazione di questi testi già nel 1948, un pugno di funzionari del Sant'Uffizio - pensando si trattasse di una produzione romanzata e personale che cercava di spacciarsi per rivelazione - attaccarono Maria Valtorta e misero la sua opera nell'Indice dei libri proibiti, senza che le fosse tuttavia formalmente rimproverato alcun errore dogmatico, morale o anche storico.

Da 70 anni, santi, cardinali, teologi e biblisti di primo piano, così come una moltitudine di laici di ogni condizione sociale, si sono entusiasmati per l'opera di questa donna scelta da Dio per offrirci questo "tesoro inestimabile della letteratura universale", secondo le parole del Beato Gabriele Maria Allegra, primo traduttore dell'intera Bibbia in cinese.

La sua opera principale, diffusa senza interruzione, è oggi tradotta in 30 lingue.

Dopo circa un decennio dalla morte di Maria Valtorta gli studiosi iniziarono a interessarsi ai suoi testi, ricchi di dettagli storici, geologici, astronomici, topografici e culturali. Ad oggi, circa 19.930 di questi dettagli sono stati identificati come plausibili e pertinenti; e decine di siti descritti da Maria Valtorta (Gerasa, Betsaida, l'acquedotto di Tiberiade, la sinagoga di Baram, la tomba di Hillel, le mura di Jezrael, la diga di Tolemaide, il palazzo di Lazzaro a Gerusalemme, ecc.) furono scoperti e confermati durante scavi archeologici, molto tempo dopo la sua morte. I suoi scritti ci permettono, per la prima volta dopo 2.000 anni, di ricostruire la trama storica e geografica della vita pubblica di Gesù Cristo, settimana dopo settimana, villaggio dopo villaggio, in perfetta coerenza con le 373 unità narrative dei quattro Vangeli canonici che le sue visioni coprono interamente, senza omissioni, contraddizioni o incoerenze.

Dieci autorevoli teologi hanno esaminato quest'opera attentamente senza trovare opinioni contrarie alla fede o alla morale, anche quando, qua e là, venivano espresse opinioni innovative o fatti inediti. In questo contesto, hanno rilevato un riferimento esplicito o implicito a 1.166 capitoli della Bibbia sui 1.334 complessivi. Inoltre, vi è la presenza di almeno 3.133 riferimenti alla Bibbia dei Settanta, la versione della Bibbia utilizzata al tempo di Gesù, nonostante Maria Valtorta non ne sapesse nulla, avendo lasciato la scuola a 16 anni e ricevuto la sua prima Bibbia solo all'età di 46 anni, al momento delle sue prime 'visioni'.

Nessuna biografia in commercio di Gesù presenta una tale vicinanza e conformità alle Scritture canoniche.

Maria Valtorta trae la sua vocazione dalla sua anima mistica, dalle lotte e dalle prove che dovette affrontare per diventare il "portavoce di Dio", umile e docile, come venne soprannominata. Nelle sue note personali, accenna discretamente alle sofferenze che questa missione le causava. Ma Gesù, in un 'dettato', è più esplicito e di portata più generale:

«Se sapeste, o uomini tutti, che schiavitù è l’essere strumenti di Dio! Santa schiavitù, ma totale! Schiavitù da galeotto al remo. Sonno, fame, sofferenze, fatiche, voglia di pensare ad altro, di leggere cose che non siano le parole di fonti ultraterrene, di dirne e udirne di comuni, voglia di essere, almeno per un giorno, creature comuni e vivere la vita comune, sono tutte cose che la sferza inesorabile del volere di Dio impedisce loro di avere e di rendere realtà. E su tutto questo l’astio degli uomini mette il suo sale e il suo acido, come se sulle piaghe delle sferze il padrone della galera facesse cadere sale e aceto».[1]

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Note

  1. Maria Valtorta, I Quaderni del 1944, 24 settembre