Alfeo, figlio di Meroba
Questo bambino di Cafarnao ha una vita triste: orfano del padre Giacobbe, è rifiutato e picchiato, come i suoi due fratelli, da Meroba, la loro madre risposata.
Il gruppo apostolico si trova a Cafarnao, durante il Terzo anno della Vita pubblica[1] di Gesù.
Il piccolo Alfeo si attacca alle ginocchia di Gesù piangendo fortemente: Gesù, con la Vergine Maria, lo riportano da sua madre Meroba, che però non lo accoglie con affetto.
La Vergine Maria, mossa da pietà, chiede a Meroba di affidarle il bambino:
"Ma prendilo! Prendilo! Magari prendessi gli altri due! Ma non so dove sono…" esclama la madre (EMV 449.8).Alfeo ritrova gradualmente il suo equilibrio grazie al contatto con le donne discepole e poi Gesù lo mette sotto la protezione di Sara di Afec, una ricca vedova senza figli, che viene a vivere per questo a Cafarnao.[2]
Origine del suo nome
Alpheus (Halphai) significa “effimero”.
Dove lo incontriamo nell’Opera?
Volume 7: EMV 449EMV 450EMV 451EMV 452EMV 454EMV 455 EMV 456 EMV 457EMV 458 EMV 460 EMV 465EMV 490
Volume 9: EMV 577
Per saperne di più su questo personaggio
Altri bambini infelici:
Beniamino, il pastorello di Enon. Viene maltrattato da un prozio violento. Liberato da Gesù, diventa uno dei settantadue discepoli.
Maria e Mattia, orfani affamati e cacciati. Vengono adottati da Cusa e Giovanna, sua moglie.
Marziale, figlio illegittimo di un romano. Viene ucciso in segno di sfida a Cristo.
Ruben, Eliseo e Isacco, tre orfani samaritani salvati dai banditi e restituiti alle loro famiglie.
Scialem, il figlio deforme di un sinedrista che viene a chiedere la morte a Gesù.