Barabba

Da Wiki Maria Valtorta.
Barabba
Barabba viene rilasciato dalla prigione” - illustrazione dal volume 9 di “The Bible and its Story Taught by One Thousand Picture Lessons” (1910)

È l'assassino condannato a morte mediante crocifissione dall'autorità romana di Gerusalemme, ma viene che liberato su pressione della folla giudea, istigata dai sommi sacerdoti e dagli anziani del popolo, che chiese la liberazione di Barabba e la crocifissione di Gesù al suo posto, durante il processo.

Ponzio Pilato, il prefetto romano della Giudea, era dell’opinione di liberare Gesù, ma non ebbe il coraggio di affrontare la folla urlante che chiedeva la liberazione di Barabba. L’episodio è riportato nei Vangeli da tutti e quattro gli evangelisti.

Probabilmente Barabba era un assassino, un ribelle o un esponente del movimento degli Zeloti o di una fazione simile (come i Sicari, una frangia estremista). Questo arresto deve essere avvenuto in seguito ad azioni di repressione militari, intraprese dai romani per liberare la Giudea dalle bande sediziose.

L'appellativo di “carcerato famoso”, attribuito a Barabba nel Vangelo di Matteo, lascia presumere che fosse una figura controversa, probabilmente temuta o disprezzata da molti. Mentre nel Vangelo di Marco si specifica che “si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio”, anche il Vangelo di Luca ci informa della medesima cosa, ossia che “era stato messo in prigione per una rivolta avvenuta in città e per un omicidio”. Per Giovanni evangelista, semplicemente, era un “brigante”.

Matteo [1] Marco [2] Luca [3] Giovanni [4]
A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: "Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?". Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia. Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: "Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua". Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò loro: "Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?". Quelli risposero: "Barabba!". Chiese loro Pilato: "Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?". Tutti risposero: "Sia crocifisso!". Ed egli disse: "Ma che male ha fatto?". Essi allora gridavano più forte: "Sia crocifisso!". Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell'acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: "Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!". E tutto il popolo rispose: "Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli". Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. Pilato rispose loro: "Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?". Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo: "Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?". Ed essi di nuovo gridarono: "Crocifiggilo!". Pilato diceva loro: "Che male ha fatto?". Ma essi gridarono più forte: "Crocifiggilo!". Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. Ma essi si misero a gridare tutti insieme: "Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà Barabba!". Questi era stato messo in prigione per una rivolta, scoppiata in città, e per omicidio. Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù. Ma essi urlavano: "Crocifiggilo! Crocifiggilo!". Ed egli, per la terza volta, disse loro: "Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà". Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita. Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere. E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: "Io non trovo in lui colpa alcuna. Vi è tra voi l'usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?". Allora essi gridarono di nuovo: "Non costui, ma Barabba!". Barabba era un brigante.

Nell'Opera di Maria Valtorta il personaggio di Barabba viene citato in modo indiretto, ma non appare mai. La prima citazione avviene nel periodo della Preparazione alla Passione di Gesù nel drammatico episodio in cui Giuda di Keriot viene sorpreso a rubare. Gesù con il gruppo degli apostoli si era rifugiato a Efraim, un villaggio della regione della Samaria, per sfuggire alla condanna del Sinedrio[5], emessa dopo il miracolo della resurrezione dell'amico Lazzaro di Betania. Dopo aver aiutato la famiglia di Ada e Janoè di Efraim nel far nascere il loro undicesimo figlio, insieme all'apostolo Giovanni vanno a cercare Giuda nella povera casa della vecchietta Maria di Giacobbe, ed è lì che sorprendono Giuda intento a sottrarre il denaro dal forziere della cassa dei poveri. Il confronto tra Gesù e Giuda è molto violento e nella veemente discussione Gesù paragona Giuda a Barabba, a riprova che era un personaggio molto conosciuto:

[Giuda] è rauco d’ira e brutto come un demonio. Ansa come avesse qualcosa che lo strozza.

Gesù gli ripete, sommesso ma terribile: «Ladro! Ladro! Ladro!», e termina dicendo: «Oggi ladro. Domani assassino. Come Barabba. Peggio di lui».

Gli soffia quella parola sul volto, perché ora sono vicinissimi, ad ogni frase dell’altro. (EMV 567.12)

Successivamente, nell'ultimo viaggio verso Gerusalemme dopo essere stati cacciati da Tersa (un villaggio della Samaria dove avviene il famoso episodio raccontato nel Vangelo di Luca[6],nel quale Giacomo e Giovanni di Zebedeo, i figli del tuono, invocano che un fuoco scenda dal Cielo per consumarne gli abitanti), e dopo aver passato l'intera notte a pregare, insieme alla Madre, per la salvezza dell'anima di Giuda di Keriot, il Signore si dirige verso il villaggio di Doco, presso il quale avverrà l'incontro con il giovane ricco[7], le persone lungo la strada lo riconoscono, anche in questo caso viene pronunciato il nome di Barabba, ad indicarne la fama:

Della gente si è accostata ad ascoltare il dialogo e si dirada solo quando il pastore, rimettendo in moto il suo gregge, la obbliga a sparpagliarsi. Gesù segue il gregge, approfittando della scia aperta da esso. La gente bisbiglia:

«Ma allora va proprio a Gerusalemme? Ma non sa che c’è il bando per Lui?».

«Eh! ma nessuno può vietare ad un figlio della Legge di presentarsi al Signore per la Pasqua. È colpevole forse di pubblico reato? No. Perché, se lo fosse, il Preside lo avrebbe fatto imprigionare come Barabba». (EMV 576.3)

Carattere ed aspetto fisico

Origine del suo nome

In aramaico Bar-Abbà significa “Figlio di suo padre”, era un nome abbastanza comune all’epoca di Gesù perché veniva generalmente dato ai bambini orfani, oppure a quelli illegittimi.

Dove lo incontriamo nell’Opera?

Volume 9: EMV 567 EMV 576

Volume 10: EMV 604

Note