Maria Valtorta

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Maria Valtorta
Maria Valtorta nel 1912 Maria Valtorta nel 1912
Biografia
Nascita 14 marzo 1897

Caserta, Campania, Italia

Morte 12 ottobre 1961 (a 64 anni)

Viareggio, Toscana, Italia

Luogo di sepoltura Basilica della Santissima Annunziata, Firenze
Nazionalità Italiana
Padre Giuseppe Valtorta
Madre Iside Fioravanzi
Attività Mistica, scrittrice
I suoi scritti
Opera principale L'Evangelo come mi è stato rivelato
Altre opere Quaderni del 1943, Quaderni del 1944, Quaderni dal 1945 al 1950, Lezioni sull’epistola di Paolo ai romani, Libro di Azaria, Quadernetti, Autobiografia
Suo padre, Giuseppe Valtorta
Sua madre, Iside Fioravanzi
La tomba di Maria Valtorta

Maria Valtorta, nata a Caserta il 14 marzo 1897 e morta il 12 ottobre 1961 a Viareggio, è una mistica cattolica italiana. È l'autrice de L'Evangelo come mi è stato rivelato, che narra la vita di Gesù, oltre ad altre opere che presentano, sotto forma di dettati, insegnamenti di Gesù, di Maria, dello Spirito Santo, del suo angelo custode e di diversi santi.

Era figlia unica di Giuseppe, un militare sottufficiale di cavalleria, verso cui nutriva un filiale e profondo affetto, e di Iside Fioravanzi, un'insegnante di francese, una madre autoritaria e anaffettiva che esigeva l'esclusiva attenzione della figlia. Non tollerava alcun corteggiatore per Maria e per ben due volte riuscì a interrompere i suoi fidanzamenti.

Maria Valtorta si spostò in vari luoghi d'Italia, seguendo le assegnazioni del reggimento del padre. Il 17 marzo 1920[1], mentre camminava in compagnia della madre a Firenze, fu aggredita: «fui colpita alle reni da un piccolo delinquente, figlio di un comunista e della nostra modista. Con una sbarra di ferro, levata ad un letto, mi venne di dietro e a tutta forza, gridando: “Abbasso i signori e i militari”, mi dette una mazzata»[2]. Dopo tre mesi passati a letto, si trasferì a Reggio Calabria, dove rimase due anni presso parenti della famiglia materna, in convalescenza.

Nell'ottobre del 1924, la famiglia si stabilì definitivamente a Viareggio, in Toscana, dove Maria Valtorta si impegnò nell'Azione Cattolica. Nel 1925, si offrì all'Amore misericordioso e il 1 luglio 1931 si offrì al Signore come vittima della divina Giustizia in espiazione dei peccati degli uomini. La sua salute peggiorò progressivamente. Dal 1 aprile 1934, giorno di Pasqua, rimase definitivamente costretta a letto, dove trascorse i successivi 27 anni.

La malattia e la scrittura dell'opera

È in questo periodo che Maria Valtorta riempie 122 quaderni, circa 15 mila pagine manoscritte, con la descrizione delle 'visioni' e delle 'rivelazioni' che lei afferma di ricevere dal Signore, dal 1943 al 1947 quasi ogni giorno, in misura minore fino al 1951.  

Nonostante fosse costretta a letto e soffrisse molto, scriveva di propria mano e di getto, a qualsiasi ora del giorno o della notte, senza sentirsi minimamente disturbata da interruzioni occasionali, mantenendo sempre un atteggiamento naturale. Gli unici libri che poteva consultare erano "la Bibbia e il Catechismo di Pio X" (dalla Prefazione dell'editore). 

Durante questo periodo, fu accompagnata da Padre Romualdo M. Migliorini, dell'Ordine dei Servi di Maria (O.S.M.),[3] che divenne il promotore zelante, sebbene a volte eccessivo, dell'opera[4].      

Gli ultimi anni di vita di Maria Valtorta

Gli ultimi anni della vita di Maria Valtorta sono dolorosi: a partire dal 1956, si chiude in una sorta di isolamento psichico, dopo aver offerto tutto a Dio, persino la propria intelligenza. Emilio Pisani, suo curatore, interpreta questo ultimo sacrificio come una risposta alle opposizioni che la sua opera cominciava a incontrare.

Come tutte le sue malattie, una decina, anche questa prostrazione rimane inspiegabile sotto molti aspetti. Fu interpretata come segno di follia dagli oppositori, ma pareri scientifici più fondati dimostrano che non era così.

Maria Valtorta si spense il 12 ottobre 1961 alle 10:35. Venti mesi prima, aveva visto la sua opera essere messa all'Indice dei Libri Proibiti. Secondo le direttive di Gesù, la pubblicazione doveva avvenire postuma.[5]. Come testamento spirituale, Maria Valtorta lascia la seguente frase: "Ho finito di soffrire, ma continuerò ad amare".    

Il 2 luglio 1973, i suoi resti mortali sono stati trasferiti[6] Il 2 luglio 1973, i suoi resti mortali sono stati trasferiti da Viareggio a Firenze, e riposano nella cappella del Capitolo dei Servi di Maria, nel complesso conventuale della Basilica della Santissima Annunziata. La sua tomba, situata sul lato sinistro dell'altare, menziona i suoi titoli di Gloria:
Tertii ordinis servorum sanctae Mariae sodalis - Hostia Deo grata - Divinarum rerum scriptrix
(Terziaria dell'Ordine dei servi di Santa Maria - Ostia gradita a Dio - Scrittrice di cose divine)[7]

Causa di beatificazione

Un primo tentativo d'introdurre la causa di beatificazione fu sostenuto nel 2000 dalla comunità dei frati Servi di Maria di Firenze, ma non ha avuto successo. L'arcivescovo di Firenze, dopo aver consultato i Vescovi della Toscana nel 2002, ha ricevuto, quasi all’unanimità, parere negativo; pertanto ha ritenuto che non fosse opportuno "almeno per il momento" procedere.[8]

Il 15 ottobre 2011, la Santa Messa per il Cinquantesimo Anniversario della sua morte è stata celebrata a Firenze da Monsignor Pier Giacomo De Nicolò (11 Marzo 1929 – 3 Aprile 2021), Arcivescovo titolare di Martana e Nunzio Apostolico della Santa Sede.

L'anno successivo, nell'ultimo anno del suo pontificato, Papa Benedetto XVI (16 aprile 1927 – 31 dicembre 2022) ha beatificato due ferventi promotori degli scritti di Maria Valtorta: Madre Maria Agnese Teresa del Santissimo Sacramento (1904 – 1981), fondatrice delle Missionarie clarisse del Santissimo Sacramento, e di Padre Gabriele Maria Allegra (1907 – 1976), frate francescano traduttore della Sacra Bibbia in lingua cinese.        

Nel 2019, su iniziativa della Fondazione Erede di Maria Valtorta, l'avvocato Carlo Fusco, avvocato della Rota e postulatore per la causa dei santi, ha ricevuto il mandato di agire presso le autorità ecclesiastiche competenti per raccogliere testimonianze sulla vita di Maria Valtorta e, in tale occasione, le prove dell'esercizio eroico delle sue virtù cristiane.        

Un sacerdote del Vicariato di Roma ha iniziato la raccolta di testimonianze in questo senso. Il Vicariato di Roma è la Diocesi stessa del Papa.

Note

  1. Tre giorni dopo il suo 23esimo compleanno.
  2. da “Autobiografia”, Il 1919
  3. Quest'Ordine è legato a Maria Valtorta, sia nella sua promozione che nella sua difesa. È inoltre custode delle sue spoglie mortali che riposano nella Cappella del Capitolo, presso il Chiostro Grande, nel complesso conventuale della Basilica della Santissima Annunziata di Firenze.
  4. “Occorrerebbe meditare che uno zelo eccessivo può sciupare tutto, peggio di quanto non lo faccia un poco di lentezza. Le cose sforzate finiscono con lo spezzarsi. E questa cosa, santa, utile, voluta da Dio, contro il tuo desiderio [...] non deve spezzarsi. Ma non deve essere un torrente vorticoso che passa irruente, piega, sommerge, devasta. E passa. Deve essere acqua lene che passa dolcemente, a lieve filo, e irriga nutrendo piano le radici senza sciupare neppure uno stelo. Un filo, ho detto. Dato con molta prudenza e molta misura. Dato con bontà, senza esclusivismi, ma con dignità. Lo si è dato invece con troppa fretta, abbondanza, rigidezza, esclusivismo”. (da I Quaderni del 1944, 24 settembre)
  5. “Quando la tua mano sarà ferma nella pace in attesa di risorgere nella gloria, allora, solo allora verrà fatto il tuo nome.” (da I Quaderni del 1943, 23 agosto)
  6. Vedi il resoconto della traslazione.
  7. Rerum scriptor designa anche lo storico. Non sappiamo se questo doppio senso, chiara allusione alla sua missione di narratrice della Vita di Gesù, sia volontario o meno da parte di padre Corrado M. Berti, autore dell'epitaffio sulla lapide.
  8. Risposta ai Servi di Maria di Mons. Ennio Antonelli, Arcivescovo di Firenze, in data 3 ottobre 2002.