Alessandro milite romano
È un soldato romano della Legione Italica appartenente alla centuria di stanza a Gerusalemme, dimostra di essere sensibile alle parole di Gesù. Per errore, mentre esce dalla Fortezza Antonia, travolge un bambino con il suo cavallo e lo ferisce a morte. Si precipita nel Tempio per cercare aiuto e soccorso da Gesù, creando un enorme scandalo per la presenza di un pagano nel luogo sacro. Grazie al miracolo compiuto dal Signore il bambino viene salvato, ma Gesù viene cacciato dal Tempio. A seguito di questo episodio anche Alessandro viene esiliato presso la guarnigione romana di Antiochia, su pressione dei farisei. In quella città diventa amico di Sintica, anch'essa in esilio ad Antiochia con Giovanni di Endor, per sfuggire alla persecuzione dei farisei ed evangelizzare a Cristo la città.
Carattere ed aspetto fisico
Un cuore semplice di bambino, racchiuso in un corpo grande di soldato, secondo le parole di Sintica.[1]
Percorso apostolico
Nella sua rude semplicità, Alessandro è vicino alla Verità.[2]
Concordanze storiche
Origine del suo nome
Alessandro viene dal greco Alexandros e sigifica "difensore degli uomini" oppure "uomo che difende". Riferimento storico ad Alessandro Magno, re di Macedonia e conquistatore dell'Impero Persiano.
Dove lo incontriamo nell’Opera?
volume 1: EMV 67volume 5: EMV 322
volume 7: EMV 461
volume 10: EMV 604